ALL'EX CASERMA DI VIA ROMA L'INTENSA CARICA EMOTIVA DEL PROGETTO AZADÌ

Un percorso sonoro fatto di scoperte e insieme di conferme della vivezza e forza della nostra musica, messo insieme dal filo narrativo costituito dalla poesia.

Data:
5 agosto 2022

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Un percorso sonoro fatto di scoperte e insieme di conferme della vivezza e forza della nostra musica, messo insieme dal filo narrativo costituito dalla poesia. Il progetto Azadi arriva a Quartu con la sua intensa carica emotiva. E con la volontà di mantenere vivo l’interesse intorno alla storia  e alle sofferenze della comunità curda, con la Sardegna protagonista, tramite la sua cultura che ancora una volta si pone come ponte di pace e incontro tra popoli.

Nell’ambito della rassegna ‘La luna sotto casa’, organizzata dall’Amministrazione comunale con il contributo della Fondazione di Sardegna e il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo, giovedì 11 agosto alle 21.30, presso l’Ex Caserma di via Roma 30, è in programma lo spettacolo Azadì, capace di rappresentare con efficacia l’epopea di un popolo come quello curdo, perseguitato e sofferente, né domato né piegato, ma invece resistente.

Il progetto nasce dall’incontro tra il musicista isolano Mauro Palmas e il polistrumentista curdo Mubin Dunen, grazie al quale il patrimonio delle danze della Sardegna si confronta con quello della tradizione del popolo curdo. Due repertori di grande ricchezza ritmica e sonora che diventano l’occasione per un percorso musicale e finanche culturale comune.

Nello spettacolo Mauro Palmas si esibisce alle corde della sua mandola, del liuto cantabile e del mandoloncello, mentre Mubin Dunen porta sul palco saltur, ney, percussioni e duduk. Completano la formazione Alessandro Foresti, al pianoforte e alla fisarmonica, e Silvano Lobina al basso.

Alla parte musicale si affianca il filo narrativo costituito dalle poesie proposte dalla voce recitante di Simonetta Soro. Anche in questo caso è un parallelo, una commistione, un intersecarsi di cultura sarda e curda. Nei versi la testimonianza di crude vicende storiche si alterna a narrazioni più familiari, affettive, ai quali si affianca il lirismo di uno scenario naturale, come luogo di pace e consolazione.

Ecco quindi i versi di Sherko Bekas, poeta curdo attivo nel Movimento di liberazione Kurda ed esule in Svezia, dove trovò la morte nel 2013. Ma anche quelli di Choman Hardi poetessa contemporanea cresciuta tra l’Iraq e l’Iran, anch’essa esule, nel Regno Unito, dal 1993 al 2014, per poi far ritorno a Suleymania, sua città natale, dove oggi insegna e ha fondato il Centro di studi di genere: il carattere di memoria privata e insieme di testimonianza corale è la peculiarità della sua raccolta “La crudeltà ci colse di sorpresa”, dove pur raccontando eventi drammatici, riesce a non enfatizzare mai il pathos e il racconto di ciò che si è visto o vissuto, trasmettendo tuttavia il senso di necessità delle poesie.

A fare da sponda le due poetesse sarde Lorena Carboni, con le poesie tratte dalla sua raccolta “Vivaio”, e Maria Gabriela Ledda, voce poetica che trova la sua espressione sia in italiano che in lingua sarda. La scrittura distillata e asciutta della prima lavora a costruire il controcanto della Natura che lenisce le ferite della Storia, così come la scrittura aperta e sincera della seconda restituisce l’energia e la potenza di un ethos contemporaneo.

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Aggiornamento:
06/08/2022, 17:09

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