Nuovo appuntamento con la programmazione della Social Gallery, che nell’ambito del V-Art Festival Internazionale Immagini d’Autore - XXX edizione, propone un omaggio all’arte di Angelo Liberati. Il vernissage, previsto per il 1° marzo ’25, sarà un’occasione per ammirare una selezione di opere del Maestro curata da Mariolina Cosseddu, con la direzione artistica di Giovanni Coda.
Una mostra che vuole essere un omaggio sentito ad un artista con alle spalle una storia lunga una vita, un impegno e una responsabilità quantomeno plurali e quasi utopici. Ripercorrere l’attività di Angelo Liberati in una sintesi visiva e critica appare un azzardo perché significa muoversi comunque su più fronti, su versanti differenti e con intenti che dicano la ricchezza e la complessità di un lavoro che attraversa oltre sessanta anni di storia personale e di storia dell’arte.
“Un uomo e un artista apparentemente leggibili nella immediatezza di un dettato linguistico coinvolgente e seduttivo, ribollente di energia e pathos compositivo, magnetico nella dialettica discorsiva, quella delle sue opere e quella di un affabulatore nato - spiega Mariolina Cosseddu -. Angelo Liberati è certo tutto questo ma al di là della superficie sdrucciolevole dei suoi lavori ci si ritrova in microcosmi labirintici in cui niente è sicuro e pienamente afferrabile, semmai mentre prevale il dubbio e l’inquietudine tutto si trasforma in altro da sé, tutto è quello che è eppure altro, in un gioco inesauribile di rimandi ed evocazioni vertiginose. Attratto dal cinema come dalla musica, dalla poesia come dalla narrazione giornalistica, Angelo Liberati concepisce l’arte visiva come topografia mobile, giustapposizione incrociata e simultanea di reperti multipli legati tra loro dal gesto pittorico che rivendica, in ogni caso, la sua priorità”.
Angelo Liberati nasce a Frascati (Roma) il 2 giugno 1946. Nel 1964, a Roma, incontra il pittore italo-argentino Silvio Benedetto, un evento decisivo per la sua formazione artistica. Frequentando lo studio di Benedetto in via del Babuino, storica strada tra piazza del Popolo e piazza di Spagna, apprende le tecniche del mestiere di pittore. Per tutti gli anni Sessanta questo percorso diventa il suo itinerario abituale, portandolo a esplorare le principali gallerie d’arte dell’epoca, come la Galleria Due Mondi, Il Fante di Spade, L’Attico e La Nuova Pesa. Nel 1970 si trasferisce in Sardegna, dove entra in contatto con le neoavanguardie isolane, tra cui la Galleria Sinibaldi, Il Basilisco di Francesco Tanda e Arte Duchamp. Qui sviluppa una poetica personale che unisce la rivalutazione della pittura con le pratiche del riporto e del décollage di matrice pop. Il suo linguaggio espressivo è profondamente influenzato da Renzo Vespignani, maestro e amico fraterno per quasi vent’anni, il cui segno incisivo permea il lavoro di Liberati in una sintesi tra tradizione e innovazione.
Il progetto The Social Gallery nasce a Seattle da un’intuizione condivisa da Giovanni Coda, regista e fotografo, e Aurora Martin, direttrice del Social Justice Film Festival. L’idea di fondo è la creazione di uno spazio polifunzionale dedicato ai temi della giustizia sociale e dei diritti violati, negati, perduti, il tutto filtrato attraverso una prospettiva artistica che si sviluppa come un flusso di coscienza, senza confini né barriere. La Social Gallery viene allestita a Quartu Sant’Elena, nella centrale via Eligio Porcu, parallelamente alla sua gemella, la Justice Gallery, in fase di allestimento a Seattle. Tra le due sedi sono previsti scambi culturali, sia virtuali che fisici, con l’obiettivo di promuovere le istanze sociali.
La mostra sarà visibile fino al 22 marzo 2025, con ingresso gratuito, dal martedì al sabato dalle ore 18.00 alle ore 20.30. Per informazioni scrivere alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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Aggiornamento:
26/02/2025, 16:12