La settimana di ‘Si Ghètat custu bandu’ riparte di slancio già dal lunedì, con il primo di 4 appuntamenti che anche in questa occasione daranno modo di approfondire le tradizioni e il patrimonio identitario locale, con particolare riferimento ai temi del Natale, ormai prossimo. La location d’eccezione sarà come sempre l’antica casa museo Sa Dom’e Farra, luogo ricco di storia e cultura, che offre un ambiente suggestivo per concerti e manifestazioni.
Il 16 dicembre alle 18 si terrà una nuova puntata del laboratorio sartoriale promosso dalle associazioni Su Idanu e Femminas, che già dal mese di novembre sono a disposizione dei cittadini interessati all'apprendimento delle antiche tecniche. Un appuntamento su prenotazione con focus sul complesso vestimentario quartese, una delle espressioni più ricche e affascinanti della cultura sarda. Ogni zona dell'isola infatti ha il suo abito tipico, caratterizzato da colori vivaci, tessuti pregiati e dettagli artigianali. L’obiettivo del laboratorio è innanzitutto introdurre i partecipanti alla storia e ai significati dei costumi sardi, evidenziando le differenze tra i vari Comuni, per poi insegnare le tecniche di base del cucito e della sartoria, specifiche per la realizzazione dei costumi tradizionali. Durante la serata vengono presentati i materiali tipici utilizzati, come il tessuto di lana, il lino e i ricami, che poi vengono utilizzati durante la realizzazione degli accessori tradizionali, come copricapi, gioielli e cinture. Alla fine del laboratorio verrà organizzata una mostra riguardo i lavori realizzati dai partecipanti, per celebrare il loro impegno e la loro creatività.
Venerdì 20 dicembre alle 19 nell’ex museo etnografico nuovo appuntamento con il laboratorio di ballo sardo. Promosso dall’associazione Città di Quarto 1928, sarà un’altra occasione per fare un tuffo nel passato, apprezzando e condividendo quei passi che da millenni accompagnano le musiche della nostra isola di Sardegna.
Il giorno dopo, sabato 21, alle 19 è in programma il concerto di Natale ‘Notte de chelu’, organizzato dalla stessa associazione, in collaborazione con l’Associazione Cuncordia a Launeddas, nota per il suo impegno nella promozione della musica tradizionale sarda, in particolare l'uso delle launeddas, lo strumento a fiato tipico della regione. L'evento sarà incentrato sulle melodie natalizie e tipiche della cultura locale.
Domenica 22 dicembre dalle 18 altra serata a cura dell’associazione Su Idanu: appuntamento dedicato ai gosos o gòccius. canti devozionali e paraliturgici, di provenienza iberica, diffusi in Sardegna e composti in lingua sarda. La parola gosos e le sue varianti gotzos, cotzos (logudorese), gosi (gallurese) usate nella Sardegna centro-settentrionale derivano dal castigliano gozos, mentre nel Sud dell'Isola le varianti goggius, goccius, coggius (campidanese) derivano dal catalano goigs. Il termine deriva dal latino gaudium ‘gioia, allegrezza’. Nei paesi catalani sono composizioni poetiche popolari in onore della Vergine Maria o dei Santi; venivano cantate durante le cerimonie religiose, le processioni, le feste votive e i pellegrinaggi. Nei goccius sono esaltate le qualità esemplari e taumaturgiche dei Santi ai quali sono dedicati. Alla conclusione dell’inno, vi è un’orazione sotto forma di supplica, che serve a rivolgere al Santo la richiesta di grazia per sé, per i parenti e per la comunità.
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Aggiornamento:
16/12/2024, 17:31