È un periodo denso per la rassegna ‘ViaConvento – Autunno 2024’, che questa settimana raddoppia il numero di appuntamenti. Mercoledì è stato il giorno di Fancello e Chessa, con focus su Grazia Deledda e il cibo, nella seconda data di venerdì si parla di storia, rigorosamente sarda, in un intreccio con la politica, per un viaggio indietro nel tempo lungo un secolo.
A distanza di quasi ottant’anni dalla prima edizione dell’opera ‘Grande cronaca, minima storia’ è infatti uscita la ristampa, riveduta e corretta, del volume di Paolo Pili. Un’opera che aiuta a comprendere le radici storiche, le motivazioni e quelle che furono le prospettive di un fenomeno complesso e importante quale il ‘sardo-fascismo’, che ha rappresentato una pagina fondamentale della storia isolana. L’autore, che di tali vicende storiche fu il principale protagonista, ne ricostruisce ogni dettaglio con rigore e assoluta precisione, mantenendo il necessario distacco e fondando le proprie affermazioni sui documenti.
Paolo Pili entrò e uscì dall'orizzonte politico del fascismo, che aveva cercato invano di ‘sardizzare’, come gli altri suoi compagni che lo avevano seguito portando come ‘dote’ gli ideali del combattentismo nato con la Grande Guerra e diventato movimento politico con la nascita del Partito Sardo d'Azione. Pili fu il secondo direttore del PSdA nel 1922 e per tre anni fu poi segretario del Partito Nazionale Fascista nella provincia di Cagliari, ma fu poi messo ai margini dal Fascismo diventato regime.
Paolo Pili nacque a Seneghe nel 1891 in una famiglia di proprietari terrieri e si diplomò come Perito Enotecnico alla Scuola Agraria di Cagliari diretta da Sante Cettolini che considerò sempre il suo maestro. Alla fine della Grande Guerra diventò un leader del movimento dei combattenti nell’Oristanese. L’apprezzamento nei suoi confronti da parte di Camillo Bellieni, ideologo e fondatore del Partito Sardo d’Azione, gli permise di diventarne nel 1922 Direttore. Nello stesso anno 1922 il Partito Sardo d’Azione trattò col Partito Nazionale Fascista in vista di un’alleanza o di una fusione, ma l’accordo non andò in porto. Il Prefetto di Cagliari Gandolfo, rappresentante di Mussolini in Sardegna, propose allora una ripresa delle trattative a Paolo Pili, che accettò col consenso della grande maggioranza del Partito e anche di Emilio Lussu. E a marzo del 1923 tramite un congresso si delineò la scelta della fusione tra i due partiti, lasciando fuori gli esponenti più illustri. Pili diventò così Segretario federale del Partito Nazionale Fascista della Provincia di Cagliari. Ottenne un miliardo per la realizzazione di opere pubbliche e stipulò un contratto di esportazione negli Stati Uniti del formaggio molto vantaggioso per i pastori sardi. Tuttavia incontrò anche diversi ostacoli e nel novembre 1927 fu destituito. Da quel momento venne escluso dalla vita politica, emarginato e tenuto sotto controllo dalle autorità fasciste.
Alla caduta del regime organizzò una manifestazione antifascista a Oristano e si mobilitò con un gruppo di amici in prospettiva della riapertura degli spazi di azione politica. Ma i Comitati di Concentrazione Antifascista lo attaccarono per l’attività svolta a metà degli anni Venti, sino ad individuarlo come il simbolo stesso di quel periodo. Nel luglio del 1944 venne arrestato e condannato al confino di polizia. Per difendere il suo onore e il suo operato scrisse il libro ‘Grande cronaca minima storia’, che suscitò scalpore per la ricostruzione del ruolo di Lussu nelle trattative che avevano portato alla fusione sardo-fascista. La condanna al confino e una campagna di stampa da parte dei giornali sardi convinse infine Pili ad abbandonare la politica attiva e a dedicarsi alla promozione di iniziative associative che portarono alla creazione di numerose Cantine Sociali e Oleifici nella Sardegna centrale.
Paolo Pili è morto a Oristano nel 1985. La nuova edizione del libro (Carlo Delfino editore, 2024) ha una nota introduttiva di Antonello Angioni, che nell’appuntamento quartese riguardo il volume - arricchito da un saggio biografico – dialogherà con Nicola Merche. L’appuntamento è per venerdì 29 novembre alle 17.30 nella Sala Affreschi dell’Ex Convento dei Cappuccini.
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Aggiornamento:
28/11/2024, 19:09