Giochi popolari, launeddas e finimenti dei cavalli. È il programma della due giorni promossa nell’ambito della rassegna autunnale e invernale de ‘Si ghètat custu bandu’, promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni cittadine e realizzata nella casa della tradizione quartese, Sa Dom’e Farra. Sabato 23 e domenica 24 novembre, tra esposizioni e laboratori, una nuova occasione di entrare nel patrimonio identitario locale e scoprire nuovi segreti riguardo il passato dell’Isola, che riecheggia ancora nel presente.
L’associazione Femminas organizza l’esposizione di Giochi popolari: un salto nel passato per riscoprire quelli che erano i passatempi per l’infanzia dei bambini di un tempo. Altra esposizione, con relativi laboratori, è quella realizzata da Assotziu Launeddas Sardinnia e dedicata appunto alle launeddas, lo strumento musicale per eccellenza della nostra regione.
Il clou dell’iniziativa è rappresentato dall’esposizione dei finimenti per i cavalli - a cura dell’Associazione Su Scrignu de Campidanu -, che in Sardegna hanno una storia ricca e affascinante. Sono accessori che non servono esclusivamente a controllare e guidare i cavalli, ma sono anche espressione di artigianato locale e simbolo di identità culturale. La Sardegna ha infatti una lunga tradizione pastorale, che ha fatto uso per secoli dei cavalli per le varie attività e per il trasporto: i finimenti sono stati sviluppati per soddisfare le esigenze pratiche di questa attività.
Le tecniche di realizzazione dei finimenti infatti sono state influenzate da diverse culture che hanno attraversato l’Isola, dai Fenici ai Romani, fino agli Aragonesi. Ogni civiltà ha lasciato un'impronta nel design e nei materiali utilizzati. E in Sardegna la lavorazione dei finimenti è spesso un’arte che si tramanda di generazione in generazione, utilizzando materiali locali, come cuoio, metallo e tessuti, per creare finimenti robusti e funzionali.
Nell’occasione sarà possibile apprezzare da vicino diversi articoli: la sella, spesso decorata e diversa nello stile a seconda della subregione; le briglie, semplici o ornate a seconda dell'uso e del contesto, ma spesso decorate con ricami e dettagli in metallo; il cavesson, progettato per essere confortevole per l’animale e per garantire un buon controllo da parte del cavaliere; le cinghie, realizzate in cuoio resistente e decorate con incisioni o altri dettagli artigianali; le fibbie, spesso in metallo, funzionali ma anche dal valore estetico; le decorazioni, come borchie, ricami e incisioni, che non solo abbelliscono l'oggetto, ma raccontano anche storie e tradizioni locali.
L’iniziativa si aprirà sabato 23 novembre alle 19 e proseguirà domenica 24, sia la mattina, dalle 10 alle 12, che la sera, dalle 16 alle 20.
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Aggiornamento:
22/11/2024, 19:35