Una serata all’insegna della poesia e della tradizione sarda, dedicata a Teresa Mundula Crespellani. È quella che andrà in scena a Quartu, con il titolo di ‘Contus & contixeddus’, e che avrà come protagonista il giornalista e insegnante Pietro Porcella, per un tuffo nella Sardegna del secolo scorso.
L’iniziativa, a ingresso gratuito, è in programma venerdì 14 luglio p.v. alle 19.30 presso il chiostro dell’Ex Convento dei Cappuccini di Quartu, divenuto negli ultimi anni teatro di numerosi appuntamenti legati alla cultura: dalla presentazione di libri alle mostre, dai concerti d’autore ai convegni, sino ai laboratori enogastronomici. Un continuo susseguirsi di appuntamenti che non accenna a placarsi e che ha favorito un generale risveglio artistico-culturale in città.
Il protagonista dell’iniziativa sarà il giornalista sardo-americano Pietro Porcella, che racconterà i personaggi del secolo scorso e le loro storie. Parole, versi, rappresentazioni dei cittadini di un’altra Quartu, di un’altra Cagliari e un’altra Sardegna. Il filo conduttore saranno le poesie di Teresa Mundula Crespellani, scritte in lingua sarda. Oltre alle letture, la serata prevede anche la traduzione e il commento dei testi, con il coinvolgimento del pubblico presente.
Teresa Mundula, nata a Cagliari e quarta di cinque sorelle, cominciò a scrivere poesie in italiano quando ancora lavorava presso l'Istituto di Fisica dell'Università di Cagliari. Nel 1922 sposò l’avvocato Luigi Crespellani, destinato ad assumere posizioni di primo piano nella vita pubblica sarda dopo la caduta del fascismo, ricoprendo anche il ruolo di primo Presidente della Regione. Dal matrimonio nacquero quattro figlie e i crescenti impegni familiari la costrinsero a lasciare il lavoro.
Fu così che cominciò a dedicare più tempo agli aspetti più vivi e immediati della realtà isolana e dell'ambiente che la circondava, nonché alla riflessione sull'incontro con le persone semplici e autentiche con cui veniva a contatto. E fu in questo periodo che cominciò a dedicarsi soprattutto alla produzione in lingua sarda, con la massima creatività in dialetto cagliaritano raggiunta del decennio degli anni Quaranta.
La sua maestria stava nella capacità di cogliere ciò che era dietro la visuale, lo spirito più intimo dell'idea oltre che della parola. Fu osservatrice precisa e attenta, capace di trattenere gli spunti e approfondirli nel tempo, per comprendere fino in fondo la realtà degli uomini e degli avvenimenti per poi declinarli in versi. La sua opera è pertanto una testimonianza particolarmente vivace di usi, costumi e lingua oramai in parte tramontati.
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Aggiornamento:
12/07/2023, 16:49