"Dolcemente": a Quartu lo sportello psicologico per i pazienti affetti da diabete

Si è svolta presso la sede dell’Ex Convento dei Cappuccini a Quartu Sant’Elena la presentazione di “DolceMente”, progetto di supporto psicologico per le persone affette da Diabete promosso da Diabete Zero Odv con il supporto del Comune di Quartu Sant’Elena e dell’Associazione Domu Mia.

Data:
3 luglio 2024

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Si è svolta presso la sede dell’Ex Convento dei Cappuccini a Quartu Sant’Elena la presentazione di “DolceMente”, progetto di supporto psicologico per le persone affette da Diabete promosso da Diabete Zero Odv con il supporto del Comune di Quartu Sant’Elena e dell’Associazione Domu Mia.

Il progetto, finanziato dalla Fondazione di Sardegna e da un contributo dell’Assessorato Regionale alla Sanità approda in città dopo gli ottimi riscontri dell’esperienza già in essere presso l’ospedale A.Segni di Ozieri, in cui è già attivo uno sportello di supporto e orientamento gestito dall’Associazione. A Quartu il servizio, rivolto ai malati di diabete e alle loro famiglie sarà ospitato “in presenza” presso la sede dell’Associazione Domu Mia, in Via Catalani n.23, dove si svolgeranno incontri individuali e di gruppo suddivisi per tipologia di assistiti (adolescenti, adulti, genitori) a partire dal prossimo 8 luglio. “L’Amministrazione di Quartu riconosce l’utilità di questa iniziativa ed è per questo che abbiamo deciso di aderire come partner locale mettendoci a disposizione e favorendo l’incontro di questo progetto con altre realtà del nostro territorio in modo da creare sinergie positive capaci di accelerare il radicamento ed il ritorno in termini di risultati per i destinatari del progetto”, ha spiegato in apertura di Conferenza Stampa l’Assessore Ai Servizi Sociali Marco Camboni, presente all’appuntamento in rappresentanza dell’Amministrazione. 

Il diabete è una malattia cronica, la cui gestione rappresenta, sia per la persona che la vive che per la sua famiglia, una sfida non solo dal punto di vista fisico ma anche emotivo, comportando notevoli carichi di angoscia e di stress capaci di generare disturbi collaterali come ansia e depressione, soprattutto in età evolutiva. “Ecco perché è importante un approccio integrato, onnicomprensivo alla malattia, che includa non soltanto gli aspetti clinici e farmacologici ma che rappresenti una presa in carico completa del paziente”, spiega Francesco Pili, presidente di Diabete Zero. Pili ha descritto le dimensioni del problema, in crescita in Italia ed in particolare in Sardegna: “Secondo i dati ISTAT del 2020, sono oltre tre milioni e mezzo le persone affette da diabete a livello nazionale, in Sardegna abbiamo un’incidenza di diabete di tipo 1 (autoimmune) fra le più alte d’Europa insieme alla Finlandia nei pazienti giovani e giovanissimi; sono circa 110 mila invece i pazienti affetti da diabete di tipo 2, ovvero quella forma di diabete che è fortemente legata agli stili di vita”. A questi - prosegue Pili - vanno aggiunte circa 30.000 persone con diabete non noto (non diagnosticato). Molti scoprono casualmente di essere affetti dalla malattia, che rimane a lungo silente causando così ulteriori complicanze dovute ai picchi glicemici. Per troppi anni - prosegue Pili - la sanità ha trattato il diabete come un problema da gestire solo sotto il profilo farmacologico o tecnologico: nel tempo le tecniche di infusione si sono evolute, ma è rimasto scoperto il nodo relativo alla gestione della persona nel suo complesso. Per questo, “Dolcemente” intende affiancare l’azione clinica con un supporto di tipo emotivo-orientativo gestito da un team di psicologi, presso la sede di via Catalani. I primi cinque incontri saranno a carattere totalmente gratuito per il paziente”.

Francesca Garau, che fa parte del team di psicologi, parla della necessità di un approccio “bio psico sociale”: per garantire ai pazienti un’alta qualità di vita, spiega, “non è possibile un approccio univoco al problema. Il supporto psicologico è fondamentale per aiutare i pazienti e i loro familiari ad affrontare la quotidianità del diabete, imparando a gestirla nel modo migliore, senza rinunciare alla socialità ed al raggiungimento dei propri obiettivi, anche di realizzazione personale o lavorativa. Importantissimo coltivare l’attività fisica, come principale fattore protettivo dal rischio, e fare una vita sana senza alcool e sigarette”.

 

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Aggiornamento:
03/07/2024, 17:19

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