La Chiesetta di San Pietro di Ponte è stata dichiarata bene di interesse culturale storico ed artistico da parte della Commissione per il Patrimonio Culturale della Sardegna. Parte ora l’iter per il restauro e la valorizzazione del sito.
“l’immobile denominato San Pietro di Ponte sito nel Cimitero di Quartu Sant’Elena”, si legge nel decreto emanazione del Mibact, “è dichiarato di interesse culturale storico artistico ai sensi degli articoli 10 co 1, 12, 13 del dlgs 22.01.2004 e ss,mm.ii per i motivi contenuti nell’allegata relazione storico artistica e come tale è sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto testo legislativo”.
L’Amministrazione attendeva da tempo questo riconoscimento, in grado di fornire le dovute garanzie finalizzate all’ottenimento di una quota parte dei fondi necessari per il restauro conservativo del monumento religioso, risalente al 1200. Per questo, nella seduta di Giunta del 23 maggio ha immediatamente provveduto ad approvare il progetto di fattibilità tecnico-economica ed esecutiva dell’opera, che prevede il ripristino del tetto, mediante la sostituzione delle travi ammalorate e del tegolato soprastante, nonché il rafforzamento strutturale dell’intero edificio, salvaguardando i materiali originari.
“Uno dei più importanti monumenti cittadini sarà riconosciuto all’interno del programma di tutela nazionale dei beni artistici e culturali e potrà così accedere ai fondi ministeriali dedicati secondo quanto previsto dalle norme” spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Conti. “Si tratta di contributi in conto capitale che consistono nel rimborso della spesa sostenuta per l'esecuzione dei lavori autorizzati per un ammontare di norma non superiore alla metà della stessa. L’Amministrazione conta di coprire in cofinanziamento l’altra metà degli importi, pari ad un costo complessivo di 235 mila euro”
“Dopo la Chiesetta di Sant’Agata si tratta di un altro importante tassello che va ad aggiungersi al percorso di recupero storico-artistico dei beni religiosi della nostra città”, prosegue l’Assessore Conti. “Il prossimo passo sarà la chiesetta di Sant’Efisio martire, affacciata sull’omonima Piazza, che sarà anch’essa ulteriormente valorizzata”.
Nel Decreto della Commissione per il Patrimonio Culturale si leggono le motivazioni del riconoscimento conferito a San Pietro di Ponte:
“…merita indubbiamente formale riconoscimento dell’interesse culturale ai sensi della vigente normativa in quanto rappresenta un interessante esempio di chiesa romanica realizzata dai monaci Vittorini in Sardegna. Nonostante abbia subito alcune limitate modifiche, conserva ancora le proporzioni e le caratteristiche stilistiche originarie che la rendono indubbiamente meritevole di tutela, anche in vista di un prossimo intervento di restauro che l’Amministrazione Comunale, proprietaria del bene, intendeva avviare sotto l’Alta Sorveglianza di questo ufficio”.
La Chiesa di San Pietro di Ponte è oggi inglobata all’interno dell’area cimiteriale cittadina, realizzata fra il 1872 e il 1877. In precedenza era compresa nell’antico aggregato rurale di Quarto Suso, dove sorgeva anche un ponte romano oggi scomparso, dal quale la chiesa trae il nome.
L’attuale edificio risale alla fine del XIII secolo (1280 circa), ma probabilmente sostituisce una precedente chiesa dedicata a San Pietro di Ponte che risulta infatti già attestata in un documento del 1aprile 1119. In tale documento la chiesa risulta tra quelle che l’arcivescovado di Cagliari donò a Berengario, abate vittorino della Chiesa di San Saturno a Cagliari.
I moduli stilistici tardo-romanici e in parte gotici permettono di stabilire la data della costruzione dell’attuale edificio tra il 1280 e il 1300. Non essendo presenti evidenti distinzioni stilistiche, né i segni di un precedente edificio, si può ritenere che l’attuale chiesa sia stata ricostruita ex novo da parte dei monaci Vittorini, forse utilizzando alcune parti della fondazione precedente.
La chiesa fu tra i possedimenti dei vittorini fino al 1338 , datazione presente nell’ultimo documento che ne attesta la proprietà. Dopo questa data, e non oltre il 1444, per volere del pontefice Eugenio IV, passò definitivamente alla mensa arcivescovile di Cagliari. Successivamente, per tutti i secoli XVI e XVII la chiesa cadde in stato di abbandono, come attestato da una relazione del vescovo di Cagliari del 1599 mons Lasso Sedeno, cbe la descrive priva di porta e di arredi e richiede a due obrieri quartesi di restaurarla. L’edificio tuttavia viene lasciato andare in rovina, come attestano documenti tardo settecenteschi. Nel 1862 divenne oratorio delle anime, all’interno del Cimitero di Quartu ancora in costruzione e alla visita pastorale del vescovo Mons GA Balma nel 1872 la chiesa risultava restaurata ed utilizzata come cappella cimiteriale del Camposanto Comunale consacrato nel 1876.
Per quasi tutto il 900 ha partecipato alla vita religiosa della comunità quartese subendo anche alcuni interventi di restauro, ma negli ultimi 30 anni è stata abbandonata e non si sono più svolte funzioni. Dal giugno 2022 la Soprintendenza ha autorizzato alcune opere di messa in sicurezza dell’edificio che risultava fortemente ammalorata. Ora S.Pietro di Ponte tornerà al suo antico splendore, grazie all’imminente avvio dei nuovi restauri.
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Aggiornamento:
27/05/2024, 11:13