INTEGRAZIONE E FORMAZIONE CON IL LABORATORIO TESSILE UN SORRISO PER I MIGRANTI

Nella Sala Affreschi dell’Ex Convento dei Cappuccini si è tenuto stamattina un incontro volto ad esplicitare i risultati del progetto ‘Mens sana in corpore migrantis… su stoffa’, proposto dall’associazione La Matrioska, un laboratorio tessile, creativo e sociale realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Il Sicomoro, con il sostegno del Comune di Quartu Sant'Elena.

Data:
8 marzo 2024

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Nella Sala Affreschi dell’Ex Convento dei Cappuccini si è tenuto stamattina un incontro volto ad esplicitare i risultati del progetto ‘Mens sana in corpore migrantis… su stoffa’, proposto dall’associazione La Matrioska, un laboratorio tessile, creativo e sociale realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Il Sicomoro, con il sostegno del Comune di Quartu Sant'Elena.

Il progetto, che è stato ritenuto meritevole di un contributo da parte dell’Amministrazione comunale e inserito tra i progetti di coesione sociale individuati dall’Assessorato ai Servizi Sociali e alle Politiche Generazionali, si è articolato in un laboratorio tessile che, tramite la produzione di maglie e shopper, ha permesso di rafforzare la partecipazione alla vita sociale, economica e culturale di alcuni ragazzi africani giunti nel nostro territorio alla ricerca di un futuro migliore.

Il programma ha così offerto un’occasione formativa, e quindi anche una prospettiva per il futuro, a tre ragazzi, due minorenni del Gambia, e una donna maggiorenne del Bangladesh. Tre giovani che hanno avuto modo di imparare l’arte del cucito, di capire i processi di produzione, con un duplice risultato: coinvolgerli attivamente nella nostra comunità, favorendone così l’integrazione, e dar loro una strada da percorrere per l’inserimento lavorativo.

"L’Amministrazione ritiene fondamentale sostenere questo tipo di progetti, volti all’accoglienza e all’inserimento; sebbene possano sembrare piccoli, hanno invece un peso specifico di rilievo - il commento dell’Assessore ai Servizi Sociali Marco Camboni - per la capacità di cambiare la prospettiva di vita di queste persone e di lanciare messaggi di inclusione utili per una crescita culturale dell’intera comunità. È un dovere politico e prima ancora sociale, che non interessa solo noi amministratori ma tutti noi cittadini. Nel caso specifico il progetto è doppiamente meritevole, perché oltre al coinvolgimento immediato si guarda al futuro grazie all’impegno nell’ambito della formazione".

Molto soddisfatta anche Elisabetta Dessì, coordinatrice dei progetti de La Matrioska, che ha voluto spiegare come “il programma, iniziato a dicembre, è ancora in corso e proseguirà durante la Primavera. Il laboratorio tessile, creativo e sociale vuole essere una realtà inclusiva per i migranti, offrendo appunto nello specifico la formazione sartoriale, approfondendo quindi taglio e confezione. Abbiamo anche realizzato un vademecum, destinato ai progetti di seconda accoglienza, per poter così allargare la platea di persone che potranno usufruire di questo strumento”.

La collezione ha interessato in questo caso maglie e borse.  La moda infatti garantisce una notevole forza comunicativa ai messaggi, che rimangono quindi più impressi. E nel caso specifico si è preso ispirazione della moda degli anni Ottanta, con i ragazzi che hanno potuto lavorare a stretto contatto con una sarta professionista. Si è utilizzato il tessuto tipico africano, integrandolo con del cotone bianco, in un’ottica di sostenibilità ambientale. E per il design si è puntato su “serenità e leggerezza, con simbologie che ispirano e creano connessioni, specchio delle prospettive. I simboli rappresentati richiamano infatti il coraggio e l’unione: il sole, ma anche la stella polare sono elementi che indicano la via, che garantiscono la luce; le rondini, note per il loro lungo viaggio migratorio, ricordano la Primavera e sono quindi simbolo di rinascita” ha spiegato la responsabile grafica di progetto Michela Truzzu.

Durante l’iniziativa è intervenuto anche Mamadou Bah, uno dei protagonisti del progetto e quindi della realizzazione della collezione moda di shopper e t-shirts. Il gambiano, neanche maggiorenne, ha raccontato di aver “imparato a mischiare tessuti africani e sardi, imparato ad avere pazienza, imparato il lavoro di squadra. Ed è stato un vero piacere, un’esperienza favolosa, che mi spinge a ringraziare tutti coloro che ne hanno permesso la realizzazione. Le mie aspettative prima di arrivare in Italia erano alte, perché ti dicono che se vieni in Europa trovi subito lavoro, ma non era così: bisogna rimboccarsi le maniche e crearsi una professionalità”.

E riguardo la delusione che investe tanti ragazzi e ragazze dopo aver affrontato lunghissimi viaggi per arrivare nel nostro Continente si è espressa anche la Presidente della cooperativa sociale Il Sicomoro ONLUS Stefania Russo: “La Sardegna è una terra accogliente ma offre poche possibilità in termini lavorativi. Il vademecum realizzato nasce anche per aiutare queste persone a decifrare la nostra cultura. Tanti provano sentimenti di nostalgia, di solitudine, che con questi progetti proviamo a lenire. Migrare significa lasciare la famiglia, gli amici; è difficile arrivare in un contesto nuovo e costruire nuove relazioni. La nostra missione è appunto quella di accompagnare questi ragazzi in un percorso che valorizza le relazioni. Pertanto voglio anch'io ringraziare l’Amministrazione comunale di Quartu, sempre molto attenta a questo genere di progetti".

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Aggiornamento:
08/03/2024, 15:23

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