NEL WEEKEND DI "INCANTI" APPUNTAMENTO CON LA VOCE DELL'ARTISTA CLARA FARINA

Sarà un weekend d’eccezione, il prossimo, nell’ambito della rassegna ‘Incanti’, che da agosto all’autunno inoltrato interesserà il litorale quartese con iniziative culturali di vario tipo: dalla letteratura alla musica, dall’archeologia al teatro.

Data:
23 agosto 2023

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Sarà un weekend d’eccezione, il prossimo, nell’ambito della rassegna ‘Incanti’, che da agosto all’autunno inoltrato interesserà il litorale quartese con iniziative culturali di vario tipo: dalla letteratura alla musica, dall’archeologia al teatro. A Is Mortorius arriva l’arte e la bravura di un Clara Farina, che si inserirà all’interno di un format utile non solo per coinvolgere cittadini e turisti in piacevoli serate all’aria aperta, ma anche per far conoscere e valorizzare due siti di assoluto pregio quali il Nuraghe Diana e la Villa Romana.

La rassegna, organizzata dall’Associazione DD-Events e finanziata dall’Amministrazione comunale di Quartu e dalla Fondazione di Sardegna, con il patrocinio della Soprintendenza Archeologica di Cagliari, prevede la possibilità di usufruire di visite guidate prima dell’inizio degli spettacoli. Anche questa settimana quindi, sia sabato dalle 18 alle 19.15, che domenica dalle 19 alle 19.45, l’archeologa e direttrice artistica della rassegna Patrizia Zuncheddu accompagnerà gli interessati alla scoperta degli antichi segreti dell’archeologia quartese.

Sabato 26 alle 19.30 spazio alla presentazione del libro ‘I viaggi di Nonna’, di Gianpaolo Demartis, che durante la serata sarà coadiuvato dalla Naturopata Alessandra Secci. Non si tratta di un manuale di medicina popolare, né verranno svelati una serie di rituali segreti e neanche proprietà magiche. Sarà come partire per un viaggio, ma restare fermi; sarà come sentire una storia e avere la possibilità di scrivere la propria. Come in tutti gli altri momenti della vita di ciascuno, se non fosse che troppo spesso lo dimentichiamo.

Già nel 1992 Gianpaolo Demartis capì che in nessun modo poteva sentirsi italiano. La memoria lo riportò a quando la maestra delle elementari gli bacchettava le mani ogni volta che gli “scappava” una parola in Sardo. Una situazione che non poteva accettare e che lo spinse nel 2010 a iniziare lo studio approfondito della medicina popolare sarda. Ha così chiacchierato con tante Nonne e Nonni sardi e ha scoperto interazioni e connessioni profonde che gli hanno mostrato una terra e un popolo profondamente diversi da come glielo avevano descritto. Da dieci anni porta avanti il progetto Calarighe, Libera Scuola di Erboristeria Popolare Sarda, un progetto che ha come intento principale la riscoperta della nostra terra e l’approccio di “Nonna” alla vita.

Domenica 27 alle 19.30 nel sito millenario di Is Mortorius arriva Clara Farina, una delle voci più importanti del mondo che si riconosce nella lingua sarda. A partire dalle ore 20.00 si svolgerà la presentazione del libro e album CD “A boghe crara, poesie contemporanee nelle principali varietà della lingua sarda”. A coadiuvare l’artista di Bulzi da tempo residente a Sassari, la poetessa campidanese Cristina Serra, nativa di San Basilio. Si tratta della presentazione di un’opera che raccoglie le migliori interpretazioni della Farina, attivista linguistica di lungo corso, ma soprattutto attrice e lettrice specializzata nella interpretazione, “a boghe crara” appunto, dei più gradi poeti della letteratura nazionale sarda.

La lingua sarda offre una sovrapposizione perfetta nei termini poesia e “cantzone” - sostiene l’autrice - proprio perché i versi poetici hanno una loro naturale declinazione nella forma del canto. Nelle nostre comunità più antiche, quelle dei pastori, rappresentava una suggestiva costante l’accompagnarsi con il canto, apprezzare il fluire della metrica nella sua forma originaria di poesia cantata”.

Il lavoro che sarà presentato domenica nello spazio antistante al monumento archeologico che svetta sul mare coglie pienamente questa interpretazione e la stessa scelta dei versi selezionati, nella loro struttura, confermano la loro piena musicalità, la indiscutibile predisposizione ad essere vestiti in una declamazione che si inoltra nel canto. “A boghe crara”, con questo gioioso gioco di parole che richiama il nome dell’artista, diventa anche un’efficace panoramica sulla poesia sarda contemporanea, lontana da certe influenze arcadiche per ritrovare, in questa più moderna composizione dei versi, il taglio della denuncia, l‘introspezione umana. E tutto ciò si realizza mantenendo quel suo impegno mai sopito per la lingua sarda e facendo suo anche l’insegnamento di Benvenuto Lobina che scrive “canta po chini ‘ollis ma, cantzoni, non càntisti cun boxi furistera”.

Perché è il canto il modulo espressivo scelto dall’artista. Anche quando è ripreso dalla tradizione religiosa, per dare vita ad autentici gosos o rosari dal contenuto laico. In “Marineri cantadore”, di uno degli autori prediletti da Clara Farina, Antonino Mura Ena, il dialogo tra un cacciatore e un navigante è costruito sull’andamento di un Fa diesis e di un Mi e la. “Serrada”, quasi un appello di Ignazio Delogu alla pace per la nostra terra perché nel suo nome “siamus frades. Totu una limba in paghe e in libertade” si dipana sui ritmi di un rosario con tanto di amen finale. “Rios a mare”, in cui ancora Antonino Mura Ena parte dai fiumi per parlare dell’uomo e del suo destino, ha il flusso del dies irae. E, facilitata com’è da una struttura metrica di grande corrispondenza, perché non adattare ai gosos quella che pare essere comunque una poesia religiosa, “Prena sa not ’e crarore” di Pietro Mura? La ninna nanna per la nipotina di “Fiore lentoridu” di uno dei più grandi poeti contemporanei, l’ittirese Giovanni Fiori, suggerisce i ritmi del serra serra dei giochi infantili. Non mancano poi gli omaggi al gallurese di Lina Tidore Cherchi, scomparsa nel 2021, persino al corso di Ghjacumu Thiers di Bastia. E c’è poi la scelta controcorrente di interpretare i versi meno conosciuti e popolari dell’immortale “Non poto reposare” di Salvatore Sini: quelli cioè della risposta della donna amata “a diosu”. Con il risultato di avere dato piena rappresentatività e visibilità all’idea di poesia cantata elaborata dall’artista.

Clara Farina è nata a Bulzi, ma risiede a Sassari, dove ha insegnato Italiano e Storia fino al 2019 in un istituto superiore. Fin dagli anni Settanta si dedica al teatro, debuttando nel 1976 con Pedru Zara, di Leonardo Sole. In seguito collabora con la compagnia Teatro Sassari, per le opere tratte da Petito e Scarpetta e tradotte in sassarese, Tre pizoni curiosi, Signor sindaco afuttidinni, Miseria e Nobiltà e altre ancora, dirette dal regista Gianni Cubeddu. Lavora inoltre con Pier Paolo Conconi della Compagnia La Botte e il Cilindro, con Marco Parodi della Compagnia Teatro Sardegna. Con il regista Alessandro Arrabito ha lavorato negli spettacoli cine-teatrali Il giovane Gramsci e Frangar non flectar, Passos de Gràssia. Con la coreografa regista Ornella D’ Agostino ha partecipato al progetto INTERREG Matrix- Stratificazioni con artisti sardi, corsi e della provincia di Livorno. Ha lavorato per la RAI nella fortunata trasmissione televisiva Piacere Rai 1 con Simona Marchini e Piero Badaloni e per la radio a diversi sceneggiati radiofonici tra cui Eleonora d’Arborea di Marcello Serra diretto da Antonio Pierfederici.

Ha prodotto per i tipi di Condaghes il CD Sardus Pater, antologia di poesia contemporanea in lingua sarda e, recentemente, Est torrende su beranu, live dello spettacolo omonimo. Al suo attivo centinaia di repliche degli spettacoli di poesia contemporanea in lingua sarda: Ammajos’,Ermosuras’, ‘Sardus Pater’. È voce recitante e musicale nel CD Nanneddu Meu, antologia delle opere di Peppinu Mereu. È giurata in molti concorsi letterari in lingua sarda tra cui il prestigioso Premio Ozieri ed è protagonista del corto A luci spente in collaborazione con l’Accademia delle belle arti di Sassari. È cooprotagonista del mediometraggio L’ultima vacanza, prodotto dall’Accademia delle belle arti.

 

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Aggiornamento:
23/08/2023, 17:09

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