Sabato 3 e domenica 4 giugno Quartu Sant’Elena sarà protagonista della ventisettesima edizione di Monumenti Aperti.
Sarà l’ultimo di cinque fine settimana capaci di coinvolgere complessivamente sessanta amministrazioni comunali della Sardegna, che hanno ospitato la manifestazione e aperto le porte dei loro beni culturali più preziosi per offrirli al racconto di migliaia di giovani studenti. Numerosa la presenza di Enti Locali che sono entrati per la prima volta nella rete, a testimonianza della vivacità dell’iniziativa nata a Cagliari nel lontano 1997. E anche quest’anno, per la seconda edizione consecutiva, la manifestazione si tiene sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.
Dopo la pausa estiva, Monumenti Aperti oltrepasserà il mare per approdare nella Penisola, dove ancora una volta sarà presente in Emilia Romagna e in Puglia.
Una edizione 2023 che fin dal titolo “Pratiche di meraviglia” vuole essere uno stimolo per giovani e adulti a riscoprire il piacere di meravigliarsi davanti alle bellezze del nostro straordinario patrimonio culturale.
“L’ormai tradizionale appuntamento con Monumenti Aperti - commenta il Sindaco Graziano Milia - rappresenta uno straordinario veicolo di diffusione culturale per l’intera isola e una vetrina imprescindibile per il nostro territorio, che attraverso questa iniziativa riscopre le sue radici offrendo i suoi siti storici e culturali alla fruizione dei visitatori e della collettività locale. Si tratta di un’occasione unica di coinvolgimento per un’intera comunità, chiamata a partecipare e a rivivere le tappe di un percorso dipanato nei secoli, ritrovando in ciò la ragione profonda del proprio sé collettivo”.
QUARTU SANT’ELENA: I MONUMENTI
Basilica di Sant'Elena (sabato dalle 9.30 alle 12). Visite guidate a cura di Casa Futuro Codice Segreto ONLUS. La chiesa dedicata a Sant'Elena, costruita nel XII secolo, fu modificata nel corso dei secoli da maestri locali e decorata con pitture murali. L'ampliamento del 1780, realizzato dall'ingegnere Cochis, conferì alla chiesa la sua forma attuale. Tra gli arredi lignei settecenteschi, ci sono due sculture di Sant'Elena e gli altari del Rosario e di Sant'Elena, ora dedicato al Sacro Cuore. La Sacrestia conserva il lavabo marmoreo, la paratora lignea e numerosi dipinti su tela risalenti al Sei-Ottocento. Tra i dipinti, si trovano raffigurazioni dei Santi Martiri Turritani, di Santa Elisabetta Regina del Portogallo, della morte di San Giuseppe e di episodi biblici. Nel 2007, la chiesa fu elevata al titolo di Basilica da papa Benedetto XVI.
Chiesa di Sant'Agata (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, visite guidate a cura dell’Università della Terza Età di Quartu Sant’Elena). La chiesa romanica di Piazza Azuni, risalente al XII secolo, è annessa all'ex Convento dei Cappuccini. Dopo essere stata distrutta, fu ricostruita nel 1280-1300 utilizzando parte delle fondazioni e dei muri perimetrali dell'edificio precedente, con l'utilizzo di materiale di spoglio. Le prime notizie risalgono al 1291, quando il Papa concesse un'indulgenza ai fedeli che visitavano la chiesa durante le festività religiose. Nel corso dei secoli cadde in abbandono e nel 1631 fu ceduta ai Padri Cappuccini, che la dedicarono a San Francesco. Nel XIX secolo, i beni dei frati furono ceduti al Comune, che destinò l'area ad altri scopi. Nel 1925, la chiesa fu utilizzata come cappella per un ricovero di vecchi abbandonati. Conserva pochi arredi antichi, tra cui una pregevole pala del '600 attribuita al pittore Orazio de Ferrari.
Chiesa del Sacro Cuore (sabato dalle 16 alle 18, domenica dalle 11 alle 13, visite guidate a cura del Gruppo parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore). La chiesa del Sacro Cuore si trova nella piazza omonima, in un'area chiamata "Sa Burra". L'area era utilizzata come pascolo, campi coltivati e orti. La presenza di un pozzo, situato accanto alla chiesa, è ancora ricordata dagli abitanti del quartiere. Una parte del terreno su cui sorge la chiesa è stata donata dalls Sig.ra Rosa Loni, mentre il resto è stato acquistato con fondi raccolti dalla comunità. Nel 1927, una cantina in via Oristano fu adibita al culto, diventando il nucleo originario della parrocchia. La Parrocchia del Sacro Cuore fu ufficialmente istituita il 1° ottobre 1954, ma la posa della prima pietra avvenne il 26 giugno 1960. La chiesa fu consacrata il 23 novembre 1969 dal cardinale Sebastiano Baggio.
Chiesa di San Benedetto (domenica dalle 9 alle 13.30, visite guidate a cura di: Associazione Radioamatori Italiani Sezione Quartu Sant'Elena). La chiesa di San Benedetto, costruita alla fine del Trecento, presenta uno stile gotico catalano. Durante i secoli è stata oggetto di donazioni e nel 1872 è stata arredata per le celebrazioni quotidiane dei frati. Nel Novecento è stata sconsacrata e utilizzata per scopi militari, per poi tornare sotto l'amministrazione della parrocchia di Sant'Elena. La chiesa viene aperta per il culto l'11 luglio, in occasione della festa di San Benedetto, e durante i mesi di maggio e ottobre per il rosario in onore di Maria Vergine.
Chiesetta di Bonaria ex Oratorio delle Anime (sabato dalle 10 alle 12, visite guidate a cura dei Volontari Imago Mundi). Piccolo edificio adiacente alla Parrocchia di Sant’Elena, venne costruito tra il 1754 e il 1755 e quindi consacrato nel 1761 per decreto vescovile; costituiva la Cappella cimiteriale e una delle sue cappelle ospitava l’ossario.
Non più utilizzato dopo la costruzione del nuovo cimitero sorto intorno alla Chiesetta di San Pietro di Ponte, nel 1876 venne affidato alla confraternita di Bonaria. Conosciuto dai quartesi come "ex Oratorio di Bonaria", oggi ospita attività parrocchiali.
Chiesa di Santa Maria di Cepola (domenica dalle 10 alle 11.30 e dalle 16 alle 18, visite guidate a cura del Gruppo parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore). La chiesetta di via Santa Maria, situata nel quartiere omonimo, potrebbe essere stata costruita sui resti di una chiesa paleocristiana. Nel corso dei secoli, l'edificio ha subito danni a causa di incuria e abbandono, nonché interventi di restauro poco fedeli allo stile originale.
Chiesa e sacrestia di Sant'Efisio (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, visite guidate a cura dell’Università della Terza Età di Quartu Sant’Elena). La chiesa, situata nella piazzetta omonima a Quartu, fu costruita nel 1728-29 grazie al lascito testamentario di Maria Piras. Gli arredi includono una campana del 1717, un pulpito ottocentesco e un gruppo scultoreo raffigurante S. Bonaventura e la confraternita di Sant'Efisio.
Cripta e Nuovo Presbiterio della Chiesa di San Giovanni Evangelista (sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, le visite verranno interrotte durante le celebrazioni eucaristiche. Visite guidate a cura del Gruppo parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Evangelista). La struttura si sviluppa su due piani, con quello superiore adibito alle messe dei fedeli, caratterizzato da una pianta circolare. Il Battistero è una riproduzione fedele di quello presente nella Chiesa di San Giovanni Evangelista ad Efeso. Una cappella laterale ospita le messe feriali, con un altare composto da una mensa di antica pietra bianca del 1300 e la base originale di una colonna destinata al Palazzo Comunale di Cagliari. Un'antica statua di Santa Rita da Cascia del XVII secolo e una statuetta di Santa Maria Salomè, scolpita in legno di pero, sono esposte nella chiesa. La cripta al piano inferiore, con il tema "L'Apocalisse", presenta un pavimento di granito azzurro brasiliano che rappresenta il "mare di cristallo" e un altare con sette solchi simbolici sormontati da sette candelabri. L'ambone nella cripta è una riproduzione stilizzata dell'Aquila, associata all’evangelista. L'intero progetto è stato curato dall'architetto Angelo Ziranu, noto per il suo lavoro alla Sagrada Familia.
Chiesa di Nostra Signora del Buoncammino (sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, domenica dalle 16 alle 20, visite guidate a cura della ProLoco Quartu Sant’Elena). La chiesa campestre di Nostra Signora del Buoncammino, situata su un'altura vicino al villaggio medievale di Simbilis, risale al XIV secolo. Vi sono contenute diverse opere d'arte, tra cui un simulacro ligneo del Santo Profeta e i simulacri della Vergine patrona e di Sant'Anastasia, attribuiti ad artigiani locali del XVIII secolo. La chiesetta viene aperta in occasione delle feste dedicate a Nostra Signora del Buoncammino, Sant’Andrea, Sant’Anastasia e Sant’Elia, organizzate da comitati e parrocchie locali.
Fortino Torre militare “Torre Su Forti” (sabato dalle 15 alle 20 e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visitabile solo dall’esterno. Visite guidate a cura di: Associazione Assfort Sardegna; Comitato di quartiere Margine Rosso; Scout Agesci Quartu 1° Kelly). Secondo l’opinione più accreditata dagli studiosi, la struttura fu edificata nei primi anni dell’800 per volontà del Genio Militare. Fu proprio durante la precedente incursione dei francesi (1793) che ci si rese conto della poca validità difensiva delle torri già esistenti sin dal 1500, quelle di Foxi, Carcangiolas, Bocca di Rivo, Pohuet. Si decise, pertanto, di individuare nuovi siti da fortificare. Uno di questi fu la zona del Margine Arrubiu, dove il capitano Capson richiese la costruzione di un fortino: Su Forti appunto. Il fortino fu usato anche durante le due guerre mondiali e, nell’intervallo fra queste, dalla Guardia di Finanza come sede di avvistamento dei contrabbandieri.
Ex Montegranatico - Sede della Scuola Civica di Musica Luigi Rachel (domenica dalle 15 alle 18, visite guidate a cura dei Volontari di Imago Mundi). Costituisce un patrimonio di grande valore culturale, sia per l’importanza simbolica e affettiva che riveste, sia per l’evoluzione che lo ha caratterizzato storicamente dalla sua istituzione sino ai giorni nostri. La sua fondazione risale al 1723, in quel periodo il villaggio contava meno di 2500 abitanti ed era chiamato in modo spagnoleggiante Quarte. Il Monte Granatico era una sorta di banca, dove si effettuava il prestito di grano ai contadini bisognosi, i quali si impegnavano a restituirlo dopo il raccolto con una maggiorazione di circa il 5%. Considerate le pessime condizioni economiche in cui versava la maggior parte della popolazione, non mancarono negli anni casi d’insolvenza, soprattutto nelle numerose annate di carestia. Nel periodo successivo all’Unità d’Italia, il Monte Granatico cadde progressivamente in disuso; vi furono nuove leggi in materia, da cui prese il via un processo di trasformazione in Monte di Soccorso.
Cappella e Asilo G.B. Dessì Dedoni (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura della Fondazione Asilo G.B. Dessì). L'edificio Dessì, situato nell'ex piazza Mercato di Quartu Sant'Elena, è stato costruito alla fine dell'Ottocento dai coniugi Francesco Dessì e donna Aurelia Dedoni. Nel 1919, donna Aurelia Dedoni Dessì donò l'edificio alla Diocesi di Cagliari per realizzare un asilo in memoria del figlio G. Battista, caduto in guerra nel 1916. Le Figlie della Carità hanno gestito l'asilo fino al 1986, e nel 2008 è diventata una fondazione senza scopo di lucro denominata Asilo "G. B. Dessì-Dedoni".
Casa Denotti Falqui ex casa Spiga e Tocco (sabato dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura della Famiglia Falqui Denotti). La casa, ubicata nel centro storico della città, fu costruita alla fine del 1800 dai signori Luigi Spiga e Raffaella Tocco, bisnonni degli attuali proprietari. Costituita da più̀ ambienti, è suddivisa in due piani eretti con muri portanti in “ladiri” e secondo l’architettura tipica delle case campidanesi, con loggiato esposto al sole. La casa fu costruita rispettando le singole funzioni dei proprietari e quindi l’economia contadina dell’epoca: all’ingresso c’era un ampio cortile e, a destra, il magazzino adibito alla lavorazione delle botti, mentre il loggiato interno era dedicato al laboratorio delle ricamatrici che imparavano l’arte sotto le direttive della maestra.
Casa Murgia Casanova (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura della Famiglia Murgia). La casa è ubicata in via XX Settembre (S’arruga de Santa Maria) ai nn° 116, 118, 120 e con ingresso secondario da “su magasinu” in via Garibaldi n°105. Costituita da più abitazioni e suddivisa in due piani, il primo al momento non visitabile, fu costruita intorno al 1830 con muri portanti in "ladiri" e secondo un’architettura tipica delle case campidanesi. Lo stabile e il suo patrimonio mobile possono essere considerati un esempio di museo etnografico del basso Campidano e nello specifico della città di Quartu Sant’Elena, della sua cultura agro-pastorale con la raccolta e l’esposizione di oggetti, attrezzi e arredi tipici della casa padronale quartese.
Casa Museo Sa Dom'è Farra (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura dei Volontari dipendenti del Comune di Quartu Sant'Elena). Sa Dom’e Farra (lett. casa della farina) è una storica casa campidanese predisposta dal 1978 come primo museo etnografico sardo per iniziativa del fondatore Cav. Giovanni Battista Musiu, che curò l’allestimento degli spazi espositivi con numerosi reperti della tradizione contadina, oggetti di cultura popolare e con la ricostruzione dell’arredo della tipica casa padronale quartese a testimonianza di usi, stili di vita e tradizioni della società sarda dei secoli scorsi. Nel 2008 la casa museo fu ceduta dalla Regione al Comune di Quartu come simbolo identitario della comunità quartese e della cultura contadina del Campidano.
Ex Caserma dei Carabinieri (sabato dalle 17 alle 20. Visitabile solo il cortile esterno. Visite guidate a cura dell’Università della Terza Età di Quartu Sant’Elena). L’edificio è ricordato dai quartesi come l’ex Caserma, in quanto sede dell’Arma fino agli anni Sessanta del Novecento. Nel luglio del 1854, l’Amministrazione comunale acquistò il fabbricato, allora Palazzo Nobilioni, appartenuta in precedenza al prestigioso casato di Don Giuseppe Musio che l’aveva comperata ancor prima da donna Speranza Canelles, discendente da una nobile famiglia castellana. Il fine era di edificare un caseggiato a uso di ufficio comunale, pretura, caserma e carcere mandamentale. Il carcere, ultimato nel 1858, fu chiamato “Sant’Angelo” dal nome del primo carcerato. L’edificio subì̀ gravi danni a causa dell’alluvione del 1889 ma continuò a funzionare fino al 1942 e, attualmente, è sede di uffici comunali.
Ex Convento dei Cappuccini (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura di: Istituto Comprensivo 1). Il Convento di Quartu, costruito secondo lo stile architettonico cappuccino, presenta somiglianze con i primi due conventi dell'ordine a Cagliari. L'edificio ha subito numerosi interventi di restauro e trasformazione nel corso del tempo, soprattutto per adattarlo a una casa di riposo. Tuttavia, conserva ancora molte delle sue caratteristiche originali, tra cui un chiostro quadriporticato con una cisterna al centro. L'edificio è stato completamente ristrutturato e parte di esso è utilizzata dagli uffici comunali.
Antico Macello - Biblioteca e Archivio (sabato dalle 9 alle 12.30. Visite guidate a cura dei Dipendenti dell’archivio). L'Antico Macello di Quartu fu costruito come mattatoio nel 1901 e rimase in funzione fino al 1968. Progettato dall'ingegnere A.F. Loi, l'edificio subì alcune modifiche a causa di un nubifragio nel 1889, ma mantenne una semplice eleganza e una funzionalità rispondente alle norme igieniche dell'epoca. Intorno all'edificio c'erano corti e tettoie per il bestiame e una pelandra per conciare le pelli. Oggi, l'Antico Macello ospita l'Archivio Storico e la Biblioteca per ragazzi, ed è una sede significativa dal punto di vista artistico e funzionale.
Cimitero monumentale e Chiesa di San Pietro a Ponte (domenica dalle 9 alle 13. Visite guidate della Chiesa solo all’esterno a cura della ProLoco Quartu Sant’Elena). La chiesa di San Giovanni a Ponte, situata nella periferia di Quartu, conserva la sua forma originaria risalente al periodo tra il 1280 e il 1300. L'edificio è stato utilizzato come cappella cimiteriale a partire dal 1872, quando è stato incluso nel nuovo cimitero periferico. Nonostante la presenza di edifici addossati ai suoi lati, la chiesa mantiene una visione d'insieme suggestiva. Attualmente, la chiesa viene aperta nel mese di novembre per le preghiere ai defunti.
Nuraghe Diana (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura dell’Istituto superiore “Primo Levi” e della Dott.ssa Patrizia Zuncheddu). Il Nuraghe Diana, situato sulla litoranea per Villasimius, è un antico complesso nuragico che faceva parte del sistema difensivo costiero. Costruito nel XIV secolo a.C., il nuraghe si trova in una posizione strategica sulla collina di Is Mortorius. Durante la sua storia, è stato riutilizzato come postazione militare e ha subito modifiche, come l'aggiunta di una torretta di avvistamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Realizzato interamente in granito, il nuraghe presenta murature di grandi dimensioni. Vicino al nuraghe sono stati scoperti i resti di un villaggio e di alcune capanne. Il Nuraghe Diana rappresenta un importante sito archeologico che testimonia la presenza e la cultura nuragica nella regione.
Parco Naturale Regionale Molentargius, Saline (sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura di: Istituto comprensivo 4; Associazione AP Molentargius). La città di Quartu Sant'Elena si trova in una posizione privilegiata, circondata da parchi che offrono attrazioni ambientali e naturalistiche. Lo stagno di Molentargius, insieme al Poetto e alle Saline di Stato, è una zona umida protetta che ospita specie rare di uccelli, come i fenicotteri rosa. Il Parco Naturale Regionale Molentargius Saline, istituito nel 1999, è un ecosistema unico al mondo grazie alla sua vicinanza alle città di Cagliari e Quartu e alla presenza di zone con diverse salinità che favoriscono una grande varietà di piante e animali.
Piazza Luigi Olla Complesso Monumentale (Lungomare Poetto - area "La Bussola") sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura dell’Associazione Nazionale Marinai D’Italia. Sito monumentale in memoria dei marinai quartesi periti nel corso delle due guerre mondiali, ubicato nella piazza dedicata a Luigi Olla, eroe quartese medaglia d’argento al valor militare che, arruolatosi giovanissimo nella Regia Marina con il grado di S.C. Cannoniere telemetrista, perse la vita, insieme al suo equipaggio, a bordo del cacciatorpediniere “Turbine”, affondato nella battaglia marittima italo-austriaca del Mar Adriatico il 24 maggio del 1915, primo giorno della Grande Guerra.
Fortino falsa chiesetta - Via Pitz’e Serra – (sabato dalle 15 alle 20, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20) Visite guidate a cura di: Associazione Assfort Sardegna; Comitato di quartiere Margine Rosso; Scout Agesci Quartu 1° Kelly. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Quartu Sant'Elena era una città fortificata. Venne costruita una linea difensiva chiamata "arco di contenimento di Quartu" per fronteggiare uno sbarco alleato. Questa linea consisteva in circa 80 fortini sparsi su tutto il territorio, dalla costa fino alle colline circostanti. Quartu non fu mai bombardata direttamente, ma l'impegno nella costruzione di questa linea difensiva trasformò la città in una vera e propria fortezza. In Sardegna vennero costruite almeno 1500 postazioni per affrontare un possibile sbarco americano. Una di queste postazioni, situata sulle colline di Pitz'e Serra, è popolarmente conosciuta come "la falsa chiesa". Nonostante la sua architettura che richiama un edificio religioso, in realtà si tratta di un fortino militare progettato per ingannare l'avversario e sembrare un edificio civile. Questo era un comune stratagemma utilizzato per confondere i nemici e proteggere le posizioni militari.
Torre Carcangiolas e fortini circostanti (sabato dalle 15 alle 20, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura di: Comitato di quartiere Margine Rosso; Scout Agesci Quartu 1° Kelly)
La torre di difesa spagnola di Quartu, costruita intorno al 1591, era utilizzata come punto di avvistamento e difesa contro le navi nemiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero costruite casematte e bunker lungo la costa di Quartu per difendersi dagli Alleati. La torre, chiamata Cracanjolas o Karcanjolas, potrebbe derivare dal nome di una pianta spinosa presente nella zona. Attualmente, la torre è semidistrutta ma ancora visibile sulla spiaggia, a pochi metri dalla riva. Il caposaldo 19 di Carcangiolas faceva parte di questa linea difensiva e comprendeva una torre modificata per l'osservazione e l'uso di mitragliatrici, oltre a casematte armate con armi da fuoco.
Villa Romana - Località Sant'Andrea. (sabato e domenica dalle 9 alle 13. Visite guidate a cura di:
Sabato 3: Prof.ssa Maria Spanedda Presidente del G.A.K. (Gruppo Archeologico Kalaritano);
Domenica 4: Dott. Nicola Sanna. La Villa Romana del litorale di Quartu Sant’Andrea è una delle poche testimonianze di insediamento di età imperiale in contesto non urbano in Sardegna. È stata restaurata, consolidata e resa visitabile grazie a una piazzetta che la sovrasta. Sul mare una serie di ambienti fra loro non comunicanti fanno immaginare l’alternanza di ambienti coperti e scoperti. Il pavimento era composto da laterizi di grandi dimensioni, e frammenti di tegulae hamatae, cioè mattoni usati negli ambienti termali, facevano pensare che l’edificio fosse dotato di un impianto di riscaldamento ad aria calda. Al momento della scoperta non sono stati trovati elementi utili per datare la struttura, oltre alla tecnica muraria.
Fortini Simbirizzi (sabato dalle 15 alle 20, domenica dalle 9 alle 13. Visite guidate a cura di: Associazione Ass.fort; Comitato di quartiere Margine Rosso; Scout Agesci Quartu 1° Kelly). Fin dagli inizi degli anni ’40 furono costruite in tutta l’Isola almeno 1.500 postazioni permanenti che costituivano, insieme alle batterie militari antiaeree e antinave, la difesa dell’isola durante il conflitto. Lungo il litorale quartese esisteva un vero e proprio “arco di contenimento” a protezione di tutto il Golfo degli Angeli per contrastare eventuali sbarchi nemici. Denominati anche “casematte”, erano costruiti in ferro e calcestruzzo e camuffati con le sembianze di collinette, abitazioni, chiese campestri o nuraghi, come il Nuraghe Diana e il Nuraghe Is Meris, adattati a postazioni per mitragliatrice o cannone. Quelli del Simbirizzi sono circa una decina e si trovano in ottime condizioni nonostante le ripetute azioni vandaliche.
Fortino di via Tharros (sabato dalle 15 alle 20, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura di: Associazione Ass.fort; Comitato di quartiere Margine Rosso; Scout Agesci Quartu 1° Kelly). Il fortino di Quartu S. Elena, parte dell'arco di contenimento, si trova sulla collina di via Tharros ed è denominato Caltanisetta. La sua caratteristica distintiva è il camuffamento da serbatoio d'acqua. Esternamente, presenta sporgenze verticali in cemento che simulano la struttura di un serbatoio. Inoltre, è collegato ad altri fortini del caposaldo tramite un camminamento coperto, parte del quale è visitabile grazie all'opera dei volontari. Nel caposaldo sono rimasti tre bunker sopravvissuti, tra cui uno situato nella parte alta della collina, ancora intatto e facilmente accessibile.
Cantina di Casa Fois (sabato dalle 17 alle 20, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20. Visite guidate a cura della Famiglia Fois). La cantina di Casa Fois è situata nel centro storico di Quartu, nel quartiere Cepola, in una delle case campidanesi sorte nei primi decenni dell'Ottocento, in origine di proprietà di una famiglia nobile e successivamente acquistata da un avo della famiglia.
La casa è oggi abitata da Cesare Fois e dalla sua famiglia: in essa, nella parte rurale della casa, si distinguono ancora gli ambienti del pagliaio, della stalla (lollas de is bois) e del granaio (su susu de su lori), che costituiscono gli ambienti più antichi dell’abitazione, oggi adibiti a locali per la vinificazione e la vendita del vino. Nel 1994 è nata la società agricola “Villa di Quartu”. La Famiglia Fois accoglie i clienti e gli appassionati del vino comunicando la sua lunga esperienza attraverso il racconto della storia della cantina, delle tradizioni vitivinicole locali, dei protocolli di vinificazione, per concludere con la presentazione dei vini prodotti.
Casa Olla. (Domenica dalle 10 alle 17. Visite guidate a cura dell’Università della Terza Età di Quartu Sant’Elena). La Casa Olla è una vecchia casa-fattoria edificata nella seconda metà dell’Ottocento e, nel tempo, divenuta dimora di grandi proprietari terrieri. La parte che dà sulla centrale via Eligio Porcu era l’ingresso “di lavoro” per i carri che trasportavano i prodotti agricoli nei magazzini del grano, della farina, del vino per la successiva lavorazione. In origine era collegata alla Piazza Sant’Elena, e quindi all’abitazione principale, attraverso l’arco (ora murato) visibile sul muro in fondo al cortile. Attualmente è fruibile durante tutto l’anno per cerimonie, incontri di lavoro ed eventi culturali e artistici.
Torre di Foxi (domenica dalle 16 alle 20. Visite guidate a cura della ProLoco Quartu Sant’Elena). La torre costiera Foxi fu eretta dagli Spagnoli secondo Michele de Moncada nel 1578. Il suo scopo era quello di controllare le coste dagli sbarchi dei saraceni, era controllata da due soldati con armi leggere che comunicavano a ovest con la torre di Carcangiolas e a est con quella di S. Andrea, oggi distrutta. Dalla torre è possibile avvistare nitidamente, in caso di bel tempo e assenza di foschie, anche le altre torri presenti nel litorale quartese, come l'ormai rudere della torre di Carcangiolas, o in quello cagliaritano come la torre di Mezza Spiaggia o torre Spagnola, la torre del Poetto e la torre di Sant'Elia.
INFORMAZIONI UTILI
I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, salvo dove diversamente specificato.
Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.
Per informazioni:
mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE 2023
Monumenti aperti, pratiche di meraviglia
Il concept di campagna e lo slogan Pratiche di Meraviglia mettono al centro la voglia di (ri)scoprire le bellezze del patrimonio culturale a cui ci siamo involontariamente abituati, quasi facendo finta di “non sapere – non conoscere” ciò che ci apprestiamo a guardare, ascoltare, indagare. La meraviglia, quindi, come una condizione emozionale complessa, che unisce timore e sorpresa, ammirazione e reverenza, incantamento e benessere. In questo senso (ri)aprirsi alle meraviglie che ci circondano sottolinea da un lato la missione di una manifestazione che può ancora lavorare su spazi vitali di scoperta e conoscenza aiutando, oggi più che mai, il pubblico di visitatori a riscoprire, a meravigliarsi di nuovo e a reinvestire sulla memoria. E dall’altro valorizza il rapporto dell’individuo con il patrimonio culturale e che si riappropria della “meraviglia”. Il visual della campagna propone un manifesto che richiama all’arte concettuale moderna che attraverso la tecnica del collage presenta la testa di Venere di Milo arricchita con dettagli fotografici di un viso di donna. L’obiettivo è comunicare la riduzione di distanza che si crea tra il monumento e chi lo guarda, tra il monumento e la comunità che lo ospita, con l’obiettivo di dissipare la diffidenza creata dal timore reverenziale che si ha nei confronti di un patrimonio che è sì vestigia del passato ma che è anche e soprattutto radice per il futuro. “Quest’anno abbiamo voluto fondere insieme in un’immagine la pratica della meraviglia di Monumenti Aperti nel rapporto tra volontari, pubblico e patrimonio. È una dichiarazione di responsabilità verso il ruolo del presente nel ricordare il passato per costruire il futuro già oggi. Uno stimolo a guardare da vicino ciò che guardiamo sempre come se fosse distante ma che non lo è realmente, è solo poco conosciuto o approfondito”.
LE ISTITUZIONI ADERENTI
Anche quest’anno la manifestazione, per la seconda volta consecutiva, si terrà sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e ha ricevuto la Medaglia la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, come ormai accade continuativamente dal 2008.
Monumenti Aperti 2023 è realizzata:
con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
con il contributo di Ministero della Cultura e Ministero del Turismo, Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Beni Culturali e Assessorato del Turismo, dei 60 Comuni aderenti
e con il contributo di Fondazione di Sardegna
Main sponsor Energit
Sponsor SardexPay
Sponsor tecnici Arti Grafiche Pisano, Fservice, media partner Radio X e Eja TV, in collaborazione con BES – Best Events Sardinia.
Monumenti Aperti è coordinata su base nazionale dall’associazione Imago Mundi OdV.
RICONOSCIMENTI
Monumenti Aperti ha ricevuto: 2018 - Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards, il massimo riconoscimento europeo nel settore, per la sezione Istruzione, Formazione e Sensibilizzazione consegnato in occasione del primo vertice europeo del patrimonio culturale 2017.
Imago Mundi OdV è entrata a far parte della rete pan-europea per il patrimonio culturale Europa Nostra nel 2017.
SITO WEB, UFFICIO STAMPA E SOCIAL MEDIA
I contenuti della manifestazione, corredati da informazioni sempre aggiornate, foto, comunicati stampa e materiali video, sono ospitati nel sito ufficiale www.monumentiaperti.com. Il racconto in diretta della XXVII edizione di Monumenti Aperti si svolgerà anche su Facebook (@monumentiapertiofficial), Instagram (@monumentiaperti) e Twitter (@monumentiaperti), canali social nazionali della manifestazione. Il tag ufficiale è: #MonumentiAperti2023.
L’APP HEART OF SARDINIA
Heart of Sardinia è un'app gratuita per iOS e Android, che da cinque anni promuove il patrimonio turistico dell'isola. Sarà l'app ufficiale dell'edizione 2023 di Monumenti aperti e una guida digitale per tutti i visitatori: al suo interno sarà possibile consultare la mappa dei monumenti visitabili e salvare gli itinerari in anticipo.
Heart of Sardinia si occuperà anche di raccogliere dati anonimizzati e aggregati sulle abitudini dei visitatori per misurare i risultati della manifestazione.
UNA NUOVA SFIDA: LA COSTITUZIONE DELLA FONDAZIONE DI COMUNITÀ DI PATRIMONIO
Dopo un quarto di secolo che ha segnato la crescita di rapporti e collaborazioni con i ragazzi delle scuole, con gli insegnanti, con le associazioni, con professionisti del settore e con i tanti Comuni - non solo della Sardegna ma anche, come detto, della Penisola - che negli anni si sono uniti al nostro progetto, Imago Mundi OdV intende ora rinnovare il proprio impegno volto alla tutela, valorizzazione, promozione del nostro patrimonio culturale, materiale e immateriale, attraverso il coinvolgimento diretto degli attori (Istituzioni, Enti, Scuole e Università, Sistema delle Autonomie) che a vario titolo animano e contribuiscono dal 1997 a realizzare il progetto culturale. “Le fondazioni di comunità costituiscono, secondo la nostra visione, una linea strategica di intervento, in quanto si ritiene rappresentino sia un importante strumento di infrastrutturazione sociale per il territorio, dato il loro positivo stimolo aggregativo adatto a facilitare la collaborazione dei differenti soggetti espressione della realtà locale, che un soggetto giuridico idoneo ad attrarre risorse e valorizzarle attraverso una oculata gestione patrimoniale tesa a includere nel progetto anche le comunità locali che a oggi non hanno avuto modo di aderire alla rete nazionale per mere ragioni di bilancio”.
Il Comitato per la nascita della Fondazione di Comunità di Patrimonio denominata proprio Monumenti Aperti, nato nei primi mesi del 2022 e che ha già raccolto diverse adesioni formali e manifestazioni di interesse da parte delle amministrazioni locali, intende svolgere un ruolo propulsivo sul territorio, affiancando e accompagnando le istituzioni, gli enti e le realtà organizzate che intendano aderire al progetto diventandone partner strategici al fine di facilitare, in prospettiva, l’adesione anche delle persone fisiche, i futuri cittadini, in un processo di allargamento progressivo per piccoli passi.
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Aggiornamento:
30/05/2023, 13:32