Al via a Quartu il progetto ‘Alice, un angelo per capello’, che intende fornire un sostegno, materiale e immateriale, alle tante donne che combattono quotidianamente contro malattie quali tumori e alopecia.
La collaborazione tra Amministrazione comunale e associazione Charlibrown intende ridare la dignità dell’immagine a queste persone, e con essa più coraggio e forza di volontà nell’affrontare i problemi che queste patologie comportano.
Il progetto, il primo del genere in Sardegna, è nato alla fine del 2016 grazie alla determinazione e al lavoro dell’Associazione Charlibrown, che lo ha voluto dedicare ad Alice, una bambina di soli due anni che ha lottato fino all’ultimo momento contro il cancro. L’iniziativa mira precipuamente a donare gratuitamente una parrucca alle pazienti oncologiche e con alopecia che non hanno la possibilità di acquistarne una. Ma non solo: sono infatti coinvolti nel progetto anche altre specialiste legate al mondo dell’estetica. Ed è inoltre disponibile uno sportello che garantisce supporto psicologico. Per costruire percorsi di questo tipo si ha bisogno dell’aiuto di tutti, di chiunque voglia donare una ciocca dei propri capelli che aiuterà a creare queste parrucche, ma più generalmente di tutta la sensibilità che Quartu ha da sempre saputo esprimere.
Il progetto nasce dall’esigenza di curare non solo la malattia ma anche la persona che si ritrova ad affrontarla, e quindi oltre alla sofferenza fisica, anche quella psicologica. La donazione di una parrucca, la consulenza di una parrucchiera o di un’estetista possono aiutare ad affrontare con maggiore forza psicologica una terapia antitumorale.
Il supporto psicologico di una professionista risulta fondamentale per accompagnare le pazienti in questa difficile fase. Ma altrettanto importante è l’attività di sensibilizzazione di un vasto pubblico. Quartu è pertanto pronta a dare il proprio contributo. L’Amministrazione intende pertanto coinvolgere il mondo scolastico cittadino e l’associazionismo sportivo, affinché possa crescere l’attenzione verso una problematica purtroppo attualissima.
Dal 2017 a oggi Charlibrown ha donato circa 4000 parrucche. Nell'area di Quartu attualmente assiste circa 350 utenti. La volontà dell’Amministrazione si concretizzerà anche in un contributo economico, affinché queste donne quartesi possano beneficiare di adeguato sostegno, e anche nel supporto nell’organizzazione e nella promozione di iniziative nel territorio comunale cittadino, affinché si possano coinvolgere i parrucchieri attivi in città e le altre attività produttive desiderose di dare il proprio contributo.
“Parliamo di situazioni indubbiamente difficili da gestire - commenta Marco Camboni, Assessore comunale ai Servizi sociali e alle Politiche generazionali -. Lo sviluppo di questo progetto in città intende dare sollievo alle tante donne quartesi che soffrono per queste patologia. È infatti risaputo che in termini di reazioni alla malattia è importante anche il modo in cui ci si pone, quali risposte dà la propria testa. Siamo convinti che riacquistare la dignità dell’immagine sia non solo una forma di sollievo, ma anche un bell’incentivo alla voglia di lottare. Per questo abbiamo voluto fortemente affiancare l’associazione nello sviluppo del progetto”.
“Charlibrown ha avviato un progetto assolutamente innovativo per la Sardegna - spiega Paola Piroddi, Presidente onorario dell’Associazione -. In altre regioni d’Italia esisteva, ma comunque non in maniera strutturata come nel caso della filiera creata dall’associazione, che si occupa in maniera preliminare della raccolta delle ciocche. Le stesse vengono poi inviate all’azienda di Bologna che produce le parrucche da regalare alle donne in difficoltà. Un’operazione di volontariato che ora viene giustamente coadiuvata dal settore pubblico e che prima del Comune di Quartu ha trovato supporto anche grazie alla Fondazione di Sardegna. Il sostegno pubblico permetterà ora l’inserimento stabile della figura della psicologa, oltre che dei consulenti di immagine”.
“Raccogliere i capelli per inviarli alla fabbrica permette di abbattere i costi della parrucca. Resta la spesa del confezionamento, ma si evitano costi impossibili da sostenere, e possiamo quindi ricevere sintetico di alta qualità - aggiunge la Presidente di Charlibrown Manuela Ambu -. Lavoriamo su una media di 30 parrucche alla settimana, difficilmente sostenibile ormai con il solo apporto degli amici, nonostante negli anni si siano aggiunti anche contribuenti di rilievo come anche alcuni club della Serie A di calcio. Ora il sostegno dell’Amministrazione quartese ci fa molto paicere, anche in considerazione dell’altissimo numero di donne quartesi che abbiamo aiutato in questi anni. Si tratta infatti di uno dei centri dove la richiesta è maggiore, e la stessa testimonial del progetto originario era quartese”.
“Sostegno e sensibilizzazione sono parole d’ordine ai fini del progetto, e ora intendiamo allargare questi concetti anche ai bambini - chiarisce la Psicologa Marta Demontis -. Coinvolgere i ragazzi delle scuole è l’obiettivo, un lavoro non semplice ma indubbiamente motivante. In base alla fascia di età verranno utilizzati diversi linguaggi, ma ritengo corretto che inizino a conoscere anche questi aspetti del mondo. D’altronde educare significa tirar fuori, e noi dobbiamo tirar fuori questa collaborazione. E poi punteremo anche sullo sport, dove c’è tanta competizione, ma c’è anche la cultura di fare gruppo, di aiutarsi l’un l’altro. Nel paziente oncologico c’è l’aspettò dell’intercorporalità: oltre al dolore fisico c’è il dolore che bussa sempre più forte quando si trovano davanti allo specchio. Ecco perché serve il nostro aiuto: diamo speranza”.
Marinella Garzia, consulente d’immagine, chiosa: “Per una donna vedersi truccata può essere decisivo nel cambiamento dello spirito. E anche la risposta alla terapia potrebbe così cambiare. Quindi puntiamo anche su piccoli corsi di trucco personalizzato, fatto con un lavoro di equipe, ovviamente a seguito di consulto con i medici in merito a cosa si possa utilizzare in base alla terapia in corso”.
Quartu è quindi pronta a dare il proprio contributo, affinché le donne quartesi che stanno affrontando la malattia e vivono momenti di difficoltà possano trovare conforto e sollievo. In prospettiva anche con l’apertura di uno sportello d’ascolto. Intanto chi volesse prendere contatto con l’associazione può già inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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Aggiornamento:
10/11/2022, 16:51