La costruzione dell'edificio si fa risalire alla fine del 1200, anche se l'esistenza in questo sito di una chiesa intitolata a San Pietro di Ponte è documentata già precedentemente
Descrizione
La costruzione dell'edificio si fa risalire alla fine del 1200, anche se l'esistenza in questo sito di una chiesa intitolata a San Pietro di Ponte è documentata già precedentemente. In un documento del 1119 essa figura tra quelle che Guglielmo, arcivescovo di Cagliari, donò all'Ordine dei. In un atto del 1218 il papa Onorio III ribadì la protezione apostolica per il monastero di San Saturno, determinandone le proprietà tra cui era inclusa anche la chiesetta quartese. L'ultimo documento che ne attesta la proprietà vittorina è del 1338. Dopo questa data rientra a far parte della mensa arcivescovile di Cagliari, assieme ai residui possedimenti di San Vittore. In seguito l'edificio cadde probabilmente in abbandono. In un documento del 1599 il vescovo di Cagliari infatti lo descrive privo di porta e arredi e ordina agli obrieri quartesi di restaurarlo attraverso questue. Dalla visita pastorale del 1761 risulta tuttavia che lo stato d'incuria continua. Nel 1872 il vescovo scriverà, dopo la sua visita a Quartu, che l'edificio è in restauro all'interno del nuovo camposanto per essere utiizzato come oratorio.
La chiesa è ancora oggi inserita nel cimitero comunale. È orientata a Sud-Est e presenta una facciata divisa in tre specchi da due lesene lunghe e strette costituite da blocchi sovrapposti e scanalati frontalmente. Le lesene sono unite tra loro e alle paraste angolari da tre serie di archetti pensili di vario genere che poggiano su mensole strette ed alte con scolpite teste di toro, modanature a tori e listelli, semplici motivi geometrici. Nelle lunette degli archetti sono visibili gli incavi che contenevano le ciotole policrome maiolicate, di cui permane solo qualche frammento. L'ordine è sormontato da un alto frontone, con al centro una bifora assai piccola e sproporzionata e archi ogivali separati da una tozza colonnina. In alto è presente un campanile a vela decorato da archetti rampanti ogivali e a tutto sesto, ciascuno con le lunette munite di incavi per le ciotole maiolicate. Al centro della facciata si apre il portale dall'arco a pieno centro estradossato a conci diseguali, sormontato da un sopracciglio, anch'esso a tutto sesto impostato su due piccole mensole modanate a gradini. L'architrave è stato eliminato e restano oggi solo le tracce negli stipiti. Nel prospetto laterale destro è visibile una porta murata simile a quella descritta con architrave ancora in sito.
I muri laterali sono coronati da archetti pensili, simili a quelli della facciata e sono in gran parte seminascosti dall'addossarsi di magazzini, loculi e cappelle mortuarie costruiti in questo secolo. Nel prospetto posteriore, a capanna e privo di decorazioni, sporge il corpo semicircolare dell'abside, coperto a falda leggermente inclinata verso l'esterno e munito di finestrella architravata e murata all'interno.
All'interno l'edificio presenta una sola navata rettangolare chiusa a Sud-Est dall'abside semicircolare sottolineata da un arco a tutto sesto. La copertura, in travi di legno e poggiante su due arconi ogivali a diaframma, è di impianto gotico-catalano. Nelle strutture dell'edificio non rimane alcuna traccia dell'impianto tardo-bizantino donato a San Vittore nel 1119 e pertanto è probabile che i Vittorini abbiano ricevuto ruderi o soltanto il sito che conserva il nome del santo a cui era intitolata la chiesa. Nell'ornamentazione della Chiesa esistono alcuni elementi già presenti in alcuni edifici vittorini della prima metà del XII secolo: tra questi le protomi taurine che ornano alcune mensole, la croce greca scolpita in una mensola del prospetto laterale e la croce pisana che campeggia nelle lunette di tre archetti. Nel riprodurre questi motivi decorativi i picaperderis quartesi hanno rivelato abilità tecnica e molta fantasia.
Orari di apertura
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Ulteriori informazioni
Aggiornamento:
05/01/2022, 12:49