Chiesa di San Forzorio

La chiesa è ubicata presso l'omonimo stagno e conserva sostanzialmente l'impianto originario, ascrivibile alla fine del XIII secolo, con evidenti riferimenti ad un ambito culturale tardo romanico, sia pure improntato a criteri di grande semplicità.

Data:
5 gennaio 2022

Visualizzazioni:
2349

La chiesa è ubicata presso l'omonimo stagno e conserva sostanzialmente l'impianto originario, ascrivibile alla fine del XIII secolo, con evidenti riferimenti ad un ambito culturale tardo romanico, sia pure improntato a criteri di grande semplicità.

Descrizione

Il primo documento attestante l'esistenza della Chiesa di San Forzorio è la relazione sulla visita pastorale del 1599, dove viene descritta in stato di semiabbandono. Tale situazione indusse mons. Lasso Sedano a nominare obrieri i quartesi Antioco Milia e Antioco Piludu, affinché si dedicassero al restauro con i soldi raccolti dalle donazioni dei fedeli, in particolare coloro che la ricordavano nelle ultime volontà. Nella terza decade del XVIII secolo tuttavia l'edificio era ancora in rovina. Fu quasi completamente ricostruito prima del 1761, data di alcuni documenti che citano la pensione annuale per lo svolgimento della festa. Nel 1793, come ricorda il Rossi Vitelli, l'edificio venne profanato dai soldati francesi sbarcati sulle coste quartesi al ‘Margine Rosso’. La chiesa non è più officiata dai primi decenni di questo secolo ed è incorporata nel compendio di una grande fattoria di proprietà degli eredi Perra.

La chiesa è ubicata presso l'omonimo stagno e conserva sostanzialmente l'impianto originario, ascrivibile alla fine del XIII secolo, con evidenti riferimenti ad un ambito culturale tardo romanico, sia pure improntato a criteri di grande semplicità.

L’inesistente documentazione archivistica rende incerta l'origine del nome del Santo a cui è dedicata, che non figura in nessun martirologio né menologio e pertanto può essere la deformazione popolaresca di un altro nome, probabilmente San Lussorio oppure Forzore, nome ancora in uso in Toscana.

La facciata, munita di un piccolo campanile a vela con una sola luce dall'arco a tutto sesto, ha un terminale simile a quello della Chiesa di S. Platano. Gli stipiti della porta rettangolare, le mensole su cui poggia, così come l'architrave, sono monoliti recuperati forse da qualche costruzione romana di più notevoli proporzioni, come il grosso blocco di pietra e il frammento di colonna scavato da un lato che giacciono accanto all'edificio. Sulla mensola che regge a sinistra l'architrave della porta è scolpito uno stemma bipartito irriconoscibile. La luce di ingresso è sovrastata da una rudimentale monofora quadrata.

Nel prospetto posteriore sporge il corpo cilindrico dell'abside, realizzato in pietrame e malta come la parte superiore della muratura e non coevo al primo impianto, sovrastata da una monofora rettangolare, che all'interno assume la forma di una piccola croce greca. L'unico elemento decorativo è la cornice di conci che sporge regolarmente dai muri laterali interrompendosi a metà per comprendere due gocciolatoi scanalati.

Orari di apertura 

La chiesa oggi è di proprietà della famiglia Perra.
Visite guidate a cura del proprietario Sig. Raffaele Perra. 

Ulteriori informazioni

Aggiornamento:
05/01/2022, 11:23

Potrebbero interessarti